Solo i nati dopo il 2021 potrebbero non rendersi conto di quanto è cambiato il mondo durante l’emergenza sanitaria conseguente alla pandemia da Coronavirus, qualunque cosa esso sia effettivamente in realtà.

A noi che viviamo unicamente di vento, onde e movimento le misure di contenimento, specie quelle iniziali, hanno praticamente tarpato le ali; il divieto di uscire di casa prima, di accedere alle spiaggie poi, di spostarsi ancora oggi in macchina verso i nostri spot preferiti, ci hanno costretto di fatto a depositare la nostra amata attrezzatura in cantina in attesa di tempi migliori, lasciandoci un sacco di tempo libero in piu’ per postare nelle nostre chat di riferimento qualsiasi cosa ci passasse tra le dita.

Sulle chat dove prima si parlava solo di vento o di surf trip, e’ apparso di tutto, e come ci si poteva aspettare da surfisti doc la maggior parte degli off topic riguardava pudiche educande che a seguito della quarantena si lasciavano andare alle piu’ audaci pratiche sessuali.

Meno scontati invece sono stati i numerosi post di molti riders che, improvvisatisi politologi, virologi, complottisti, etc, hanno scritto tutto ed il contrario di tutto su argomenti del tutto sconosciuti.

Ad un certo punto pero’ è accaduto un fatto che ha avuto lo stesso impatto della famosa frase di Robert de Niro (Al Capone) nel film “Gli intoccabili”, ovvero “… sei solo chiacchere e distintivo ! Chiacchere e distintivo !”, ovvero ha iniziato a tirare vento in pieno periodo di lockdown !.

Ed e’ stato li’, in quel momento, che i leoni da tastiera hanno inizato a miagolare mentre da sotto la sabbia, nascosti tra i granelli, sono sbucati fuori i pochi veri riders che hanno osato sfidare i perentori divieti e gli stringenti controlli per andare in mare, spinti non dall’eccitazione di sfidare l’autorità costituita ma solo ed esclusivamente da una necessità inevitabile, un bisogno fisiologico, un urgenza non meno stringente di quella che puo’ provare un gabbiano nel prendere il volo.

Oggi che il lockdown sta finendo, che non e’ piu’ vietato uscire in mare, chi ha fatto parte di quel piccolissimo gruppo di irriducibili puo’ dirlo: sono stati giorni brevi ma intensi, fatti di tensione, adrenalina, spostamenti clandestini, fughe precipitose tra i rivali ed i fiumi, tentativi di mediazione piu’ o meno riusciti con le forze dell’ordine, dove si e’ giocata una piccola partita dai grandi significati, come sempre accade quando di mezzo c’e’ ne più ne meno che la nostra libertà.

Vorrei ringraziarli uno per uno, questi vietcong del windsurf e del kitesurf nostrano, fare i loro nomi per distinguerli dai tanti che invece sono solo stati capaci di lamentarsi senza pero’ riuscire a mettersi in gioco, ma credo sia meglio non farlo perche’ non e’ affatto detto che i tempi dei Carbonari siano finiti per sempre.